giovedì 11 settembre 2008

TRATTO DA L'ESPRESSO

Le confessioni di Gaetano Vassallo, il boss che per due decenni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari: uno sconvolgente racconto della devastazione di una regione. Venti anni di denaro facile che hanno consolidato il potere dei casalesi, diventati praticamente i monopolisti di questo business sporco e redditizio.Ferraro dell'Udeur? In ottimi rapporti con noi
"Nicola Ferraro prelevava anche i rifiuti speciali delle officine meccaniche. Anzi fingeva di prelevare i rifiuti ma in realtà faceva delle false certificazioni e venivano smaltiti illegalmente". È uno dei capitoli più scottanti delle rivelazioni di Domenico Bidognetti, cugino 'pentito' del padrino Francesco. Parla di Nicola Ferraro, leader casertano dell'Udeur molto legato a Clemente Mastella: è consigliere regionale e uomo chiave della maggioranza di Antonio Bassolino. Ferraro è stato arrestato nella retata che a gennaio azzerò il partito, ma ora viene chiamato in causa per frequentazioni più pericolose: "Era un imprenditore molto vicino al clan dei casalesi. Prima era più vicino alla famiglia Schiavone, poi deve essersi avvicinato a Antonio Iovine". Ossia al capo latitante più potente. Racconta Bidognetti: "Nel '98 chiesi anche la somma che proveniva dal Villaggio Coppola, ma il tramite mi disse che lì operava Nicola Ferraro con un'altra società, anche lui entrato nel giro dei rifiuti e poi nella politica". E ancora: "Rappresento di averlo contattato telefonicamente nella latitanza nel '98-99. Gli chiesi una tangente per la disinfestazione a Castel Volturno. Mi fece capire che aveva già pagato nelle mani di Antonio Iovine. Io parlai poi con Michele Zagaria, sempre al telefono, e lui mi confermò di aver ricevuto 50 milioni". Infine conclude: "A testimonianza dei buoni rapporti fra il Ferraro ed il clan, un anno fa Cicciariello (Francesco Schiavone, cugino omonimo di Sandokan) mi disse che voleva mandare a dire a Ferraro di intercedere presso il suo 'compare' ministro della Giustizia, per fare revocare, un po' per volta, i 41 bis applicati a noi casalesi. Non so dire se poi Cicciariello attuò questo proposito".

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