lunedì 1 dicembre 2008

NO AL CANONE RAI


Come disdire legalmente il canone Rai
PERCHE' NON PAGARE PIU' IL CANONE RAI
La RAI - Radio Televisione Italiana è sempre più utilizzata come strumento di potere, alla faccia di qualsiasi libertà e diritto di informazione obiettiva. Come la gran parte della stampa, la RAI è sotto stretto controllo delle "forze" che controllano lo Stato Italiano, e con ciò non si intende parlare solo di partiti politici... Vengono opportunamente nascoste o distorte le informazioni più scomode, dando una visione della realtà dei fatti quasi regolarmente deformata a fini di controllo del pensiero.
Ad ogni cambio di governo la prima attenzione è sempre rigorosamente rivolta al rimpasto della dirigenza RAI, perché è da lì che si controllano le informazioni che arrivano alla gente, e da lì si controllano di conseguenza le loro opinioni ed i loro orientamenti politici. Solo il 10% della popolazione si informa infatti anche tramite i giornali (fra i quali almeno c'è qualche rara voce libera), così che l'etere, tutto sotto controllo, è di fatto l'esclusivo detentore dell'informazione.
Oltre al danno la beffa: la RAI si mantiene grazie ad un canone di "abbonamento" obbligatorio (di solito gli abbonamenti sono una libera scelta...) istituito per Decreto del Re Vittorio Emanuele III nel lontano 1938, quando il fascismo era una realtà e non era molto consigliabile criticare le cose poco democratiche.Non solo, la RAI prende soldi dallo Stato Italiano, vale a dire dalle tasche dei cittadini ancora una volta. E come se non bastasse questo carrrozzone vuole anche gli introiti pubblicitari !In sostanza è come pagare tre volte per avere in cambio un indecente disservizio. A ben vedere per lo stato italiano è una consuetudine far pagare le stesse cose più volte, basta vedere la Sanità, le pensioni, le bollette con doppia tassazione (per esempio IVA sull'imposta di consumo).Pochi sanno però che la RAI deve allo stato il 7% sui canoni per pagare la vera tassa (tassa di concessione governativa). Pochi sanno che per ben tre anni la RAI non ha versato questa tassa e che quindi i cittadini sono obbligati dalla legge a sovvenzionare un PALESE EVASORE FISCALE.
Se a questo punto il vostro fegato è abbastanza ingrossato, togliamoci una soddisfazione, facciamoci almeno un po' di giustizia:
DISDICIAMO IL CANONE !DI CERTO NON FALLIRANNO, MA ALMENO NON AVREMO CONTRIBUITO A UN VERGOGNOSO DISSERVIZIO CHE HA BEN POCO A CHE FARE CON LA VERA CULTURA E LA LIBERA INFORMAZIONE.
COME NON PAGARE IL CANONE RAI
Innanzitutto se non avete già l'abbonamento ed acquistate un
televisore, non date mai i vostri dati personali al negoziante, non insisterà se invocate la legge della privacy o se semplicemente gli dite che allora l'acquisto non vi interessa più. Se possibile non fatevi consegnare il televisore a casa , portatelo via personalmente o almeno fatelo consegnare presso un amico che già paga il canone.Ignorate qualunque lettera targata RAI, S.A.T., per quanto minacciose, soprattutto se non sono Raccomandate. Ogni tanto prendono l'elenco dei residenti e mandano le lettere a chi non risulta avere un abbonamento, ci provano perché sanno che in molti ci cascano. Ricordatevi che il vostro domicilio è inviolabile e che nessuno può pretendere di entrare per nessuna ragione senza un mandato (non si è mai visto un Giudice firmare un mandato per cose così ridicole).
Se invece già pagate il cosiddetto "abbonamento" per non pagarlo più le regole del Re (...) non sono praticamente cambiate, l'R.D.L. n. 246 del 21 Febbraio 1938 prevede infatti solo due possibilità (cose dell'altro mondo...):
1 - denuncia di cessione del
televisore a terzi (che subentrano nel cosiddetto "abbonamento");2 - suggellazione (sigillazione) dell'intero televisore!
1 - Cessione del televisore a terzi:In questo caso è sufficiente compilare la
cartolina D (B se è recente) precompilata allegata al libretto di "abbonamento" nella parte 1 indicando i dati del nuovo possessore o detentore*, ed inviarla SENZA BUSTA in Raccomandata con Ricevuta di Ritorno entro il 31 Dicembre. Meglio farlo almeno qualche settimana prima perché in qualche caso hanno avuto il coraggio di contestare che è pervenuta dopo il termine.
* Possessore è il proprietario, detentore è chi usa l'apparecchio di fatto. Se il televisore è stato venduto andrà il nuovo proprietario, se il televisore è stato consegnato a terzi (ad esempio in prestito), chi lo riceve è il detentore, che deve ugualmente pagare il canone. Le leggi recenti sulla RAI fanno una confusione spaventosa di questi due termini appositamente per far rientrare nel canone qualsiasi ipotesi, anche ovviamente quest'ultima, in barba ad ogni buon senso.
2 - Suggellazione del televisore:E' il sistema più usato. Basta versare Euro 5,16 a mezzo Vaglia Postale Interno indirizzato a: S.A.T. - CASELLA POSTALE 22 - 10121 TORINOindicando la causale "diritti per spese chiusura apparecchio televisivo, ruolo n. XXXXXXX"il numero di ruolo è indicato nel libretto di abbonamento e nei bollettini di pagamento del canone.Compilare la solita cartolina D (B se è recente) allegata al libretto di abbonamento nella parte 2, indicando il numero del Vaglia, la data del Vaglia e la data, firmate e fate una fotocopia, inviate la cartolina in Raccomandata con Ricevuta di Ritorno senza busta, almeno qualche settimana prima del 31 Dicembre. Conservate la ricevuta della Raccomandata e la fotocopia.Quando riceverete la cartolina di ritorno, spedite in Raccomandata con Ricevuta di Ritorno il libretto di abbonamento, avendo cura di togliere le ricevute dei versamenti che avete corrisposto alla rai negli ultimi 10 anni.Tempo totale 15 minuti!
Se non avete il libretto di abbonamento è possibile, dopo aver fatto il solito Vaglia Postale, spedire una lettera stavolta in busta chiusa Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, al solito indirizzo: S.A.T. - CASELLA POSTALE 22 - 10121 TORINOcon il seguente testo:
Spett. S.A.T. - CASELLA POSTALE 22 - 10121 TORINO
Il sottoscritto chiede la cessazione del Canone TV e chiede di far suggellare il televisore (N° di Ruolo .......................... ) a colori detenuto presso la propria abitazione. A tale scopo ha corrisposto l’importo di Euro 5,16 a mezzo vaglia postale n° ....................... del ....../......./20...... sul quale ha indicato il numero di ruolo dell’abbonamento. Dichiara altresì di non essere più in possesso del libretto di abbonamento e chiede a norma degli art. 2 e 8 della L. 241/1990 quale procedimento amministrativo intende seguire la S.A.T. ai fini del completamento di quanto disposto dall’art. 10 del R.D. n. 246 del 21/02/1938.
Cognome ........................................................... Nome...........................................................
Via ..................................................... Città ..................................................... CAP .............
Data .....................................
Firma .....................................
E' più facile di quel che può sembrare e vedrete che ben difficilmente verranno a sigillarvi il televisore.Se anche venissero non possono entrare senza mandato e se proprio siete buoni, fategli fare l'operazione fuori, in mezzo alla strada se necessario. In un secondo tempo la suggellazione ovviamente può essere tolta, previa richiesta scritta, e facendo ovviamente ripartire il canone. L'operazione di suggellazione prevista dalla legge è incredibile: personale della Guardia di Finanza dovrebbero venire (senza necessariamente entrare in casa) per racchiudere il famigerato apparecchio televisivo dentro un sacco di juta adeguatamente sigillato. Nella realtà dei fatti ciò non accade più, al nostro povero Stato conviene in ogni caso lasciare che i televisori restino nelle case ben accesi, per controllare per bene l'informazione dei suoi sudditi.
Non chiedete di sigillare i soli canali RAI ! Qualcuno in buona fede ha aggiunto questa frase nella cartolina D o tramite lettera, con risultato che la S.A.T. ha considerato NULLA la richiesta, procedendo con le richieste dei pagamenti + mora + interessi...Sappiamo bene che questa sarebbe come minimo una cosa sensata in democrazia, visto che nessuno ha chiesto alla RAI di emanare le sue onde nelle nostre abitazioni. Purtroppo per la legge basta il solo possesso o la detenzione di un televisore qualsiasi, (anche se nella vostra zona la RAI non si ricevesse, anche se il televisore fosse guasto !) per far scaturire l'obbligo del canone imposto, fino ad arrivare al pignoramento.
LA RAI AMMETTE: 253.426 LE DISDETTE NEL 1997 !
La campagna anti-RAI sta avendo i suoi effetti: per la prima volta in 43 anni, il saldo nuovi abbonati-disdette è stato nel 1997 NEGATIVO per una perdita totale di 45.000 "abbonati", causata da ben 253.426 disdette al canone e pervenute guarda un po'... quasi tutte dalla Padania!Meditiamo, e divulghiamo per difendere il nostro diritto all'informazione !
IN BREVE
Come disdire correttamente il canone Televisivo
1. Chi intende disdire, deve prima accertarsi di aver pagato per intero il canone dell’anno in corso e di non avere altre pendenze con IL S.A.T.. (Sportello Abbonamenti Tv, fino a due anni fa si chiamava Urar tv).
2. E’ necessario possedere il libretto di abbonamento, per cui, chi non lo ha, deve farne richiesta con raccomandata ricevuta di ritorno all’ente suddetto, specificando il nominativo del titolare richiedente, l’indirizzo e il numero di ruolo dell’abbonamento che troverete sui bollettini prestampati che. vi inviano a casa per il pagamento. (conservate una fotocopia della lettera che invierete al S.A.T.)
3. Versare 5,16 euro con vaglia postale (IMPORTANTE: IL VAGLIA NON E’ IL BOLLETTINO ORDINARIO), specificando nella causale del versamento “per disdetta canone numero di ruolo: scrivete il vostro numero di ruolo”. Beneficiario del versamento è il S.A.T., casella postale 22, 10121 TORINO. L'agenzia di pagamento è: TORINO VAGLIA E RISPARMI (non sempre il vaglia richiede questa specificazione).
4. Staccare dal libretto la cartolina “d” , (la “b” se il vostro libretto e’ recente) intitolata “denuncia di cessazione dell’abbonamento tv”.
Barrare la casella 2 che riporta la richiesta di suggellamento. Quindi compilare gli spazi in bianco riportando il numero del vaglia e la data del versamento.
Più sotto, trovate lo spazio per la data di spedizione della cartolina, riportatela e apponete la vostra firma.
Sul retro della cartolina riportare nome cognome e indirizzo del titolare che intende disdire. Correggete inoltre il vecchio indirizzo URAR TV in SAT.
Fate fotocopia della cartolina (davanti e dietro). L’originale della cartolina va spedito senza imbustare con raccomandata ricevuta ritorno all’indirizzo già stampato.
5.Quando riceverete la cartolina di ritorno, (comunque non aspettate oltre il 31 dicembre) spedite con raccomandata ricevuta ritorno il libretto di abbonamento, avendo cura di togliere le ricevute dei versamenti che avete corrisposto alla rai nel corso degli ultimi 10 anni.
Tutta la procedura va eseguita entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno in corso.
Vi ricordo che l’indirizzo a cui dovete inoltrare le raccomandate e’:
1° ufficio entrate TorinoS.A.T Sportello Abbonamenti TvCasella postale 2210121 Torino
Per avere informazioni sulla disdetta del canone, chiama il seguente numero02/66 234 259il martedì e il giovedìdalle ore 14.00 alle ore 17.30

domenica 30 novembre 2008

CAI AIR FRANCE


AVEVA RAGIONE IL BUON PRODI:A SUO TEMPO ERA MEGLIO AIR FRANCE !
Nel mentre il ducetto di Arcore continua nel dilettarsi a fare vergognosamente l’improvvisato comico a tutto campo, anche in quello internazionale ,facendo puerile "cucù" alla Merkel, è stato interessante ascoltare gli ennesimi toni servili utilizzati dal Tg2,ove Augusto Fantozzi, nominato proprio dal ducetto di Arcore,commissario straordinario per Alitalia, in una intervista ammette: "Perdiamo due milioni al giorno, forse era meglio Air France". No, non ditemi che aveva ragione Prodi pure questa volta? Non ditemi che Prodi aveva visto giusto anche per quanto riguarda la delicata questione Alitalia? Non ditemi che il Berlusca ha utilizzato pure il problema "Alitalia" allo squallido scopo di elemosinare voti durante la scorsa campagna elettorale?Una cosa è ormai assodata,ossia che Romano Prodi verrà sicuramente rimpianto se non altro anche per la serietà al governo ed in campo internazionale, al contrario dell’attuale improcessabile premier P2ista ,soggetto assai pericoloso per il presente e prossimo futuro democratico di questo Paese,lo testimoniano i fatti inquietanti che quotidianamente evidenziano microscopicamente una succube classe dirigente al potere ,orchestrata alla mercè dell’indiscusso loro padrone e titolare della tessera massonica n.1816

DETASSAZIONE DEGLI STRAORDINARI.....ENNESIMA BUFALA


La proposta del Presidente Berlusconi tuttavia non è nuova: il 24 Maggio 2007, il senatore Luigi Maninetti (ala UDC, ex Casa delle Libertà) comunica il disegno di legge: “Disposizioni in materia di defiscalizzazione e decontribuzione dei redditi derivanti da lavoro straordinario”.
Nel comunicato del disegno di legge vengono indicati i motivi alla base di un’eventuale detassazione degli straordinari: “Il presente disegno di legge...ha l’obiettivo di favorire, tramite la defiscalizzazione e la decontribuzione dei redditi derivanti dal lavoro straordinario, la produttività del lavoro, la flessibilità organizzativa e, in generale, il rilancio della competitività dell’impresa italiana.” Oltre a favorire la produttività del lavoro, la flessibilità organizzativa e il rilancio della competitività dell’impresa, la detassazione degli straordinari rappresenterebbe, inoltre, “un importante strumento...per aumentare il potere d’acquisto delle retribuzioni”.
La detassazione degli straordinari sembrerebbe quindi essere la panacea di tutti i mali italiani. Tuttavia ciò non corrisponde a realtà. La detassazione degli straordinari potrebbe difficilmente risolvere il problema del calo della produzione industriale italiana degli ultimi anni: una visione di questo tipo si collega infatti ad un approccio economico antiquato che basa la competitività del sistema industriale sull’abbattimento dei costi, ed, in particolare, sull’abbattimento del costo del lavoro. Con la globalizzazione e l’emergere di paesi come la Cina e l’India sui mercati nazionali ed internazionali, l’abbattimento del costo del lavoro non può e non deve più essere considerato come una leva competitiva adottabile ed efficace dal sistema industriale di un paese come l’Italia. Pensare che la detassazione degli straordinari possa aiutare le imprese italiane ad essere più competitive è pura propaganda elettorale. I problemi strutturali del sistema industriale italiano potranno essere risolti puntando unicamente sulla qualità del prodotto e sull’innovazione tecnologica, elementi in cui esiste un potenziale enorme in Italia. Questo potenziale è stato solo marginalmente sostenuto dal passato governo Prodi (e soprattutto dalle riforme del Ministro Bersani).
La detassazione degli straordinari incentiva solo la quantità del lavoro e non la qualità del lavoro. Per motivi ovvi, le ore di straordinario costituiscono inoltre le ore con produttività marginale inferiore: dopo le otto ore giornaliere, le ore di straordinario sono quelle in cui il lavoratore è più stanco e quindi meno produttivo.
Un'altra falsità, tipicamente elettorale, è quella che la detassazione degli straordinari sia il metodo migliore per aumentare il potere di acquisto delle retribuzioni. Il problema tutto italiano delle retribuzioni da lavoro dipendente si basa infatti su un mancato aumento salariale (di base e non straordinario) subito dal lavoratore dipendente negli ultimi 10 anni, e dagli aumenti dei prezzi di alcuni beni primari, successivi all’introduzione dell’euro. Sarebbe meglio, a mio avviso, riportare i salari da lavoro dipendente ad un livello accettabile attraverso una reale ed efficace contrattazione a livello nazionale.
Come misura aggiuntiva, se proprio si vuole premiare la qualità e la competitività, la strada migliore sarebbe quella di introdurre un sistema salariale mobile verso l’alto (un salario minimo contrattuale rispettabile deve comunque essere garantito) che premi la qualità del lavoratore, le sue doti e le sue capacità tecniche. Un esempio potrebbe essere quello di spartire una quota dei dividendi delle imprese ai lavoratori più meritevoli. Un esempio di questo tipo non richiederebbe alcun costo per la collettività. Un costo enorme per la collettività è invece previsto per la detassazione degli straordinari: “Lo sforzo di detassazione annunciato da Berlusconi su straordinari e tredicesime si avvicina alla decina di miliardi, calcolando gli straordinari in modo molto prudente (partendo dalle 80 ore annue registrate nel settore metalmeccanico).” (vedi Il Sole 24 Ore, “Promesse Generose e coperture improvvisate” di Alberto Orioli, 15 Febbraio 2008).
Da ultimo sembra importante rilevare come, sebbene la detassazione degli straordinari possa essere un metodo efficace per regolarizzare il lavoro straordinario in nero, una politica di questo tipo potrebbe in realtà disincentivare le assunzioni di nuovi lavoratori, diventando quindi un disincentivo occupazionale: se, ad esempio, in un’impresa di 10-15 dipendenti, ognuno decidesse di effettuare mediamente un’ora giornaliera in più di straordinario, e se questo avvenisse con un sistema di detassazione degli straordinari, l’impresa non avrebbe alcun incentivo ad assumere un nuovo dipendente (10-15 ore di lavoro straordinario al giorno corrispondono presumibilmente, da un punto di vista produttivo, a 8 ore di lavoro ordinario, con la differenza che le 10-15 ore di lavoro straordinario, con la detassazione, costerebbero molto meno delle corrispondenti 8 ore di lavoro ordinario e disincentiverebbero l’assunzione di un nuovo lavoratore). In tal caso non sarebbe forse meglio detassare le nuove assunzioni?!

mercoledì 5 novembre 2008

L'AMERICA VOLTA PAGINA CON OBAMA PRESIDENTE

L'America ha scelto Barack Obama, un giovane di 47 anni, afroamericano, sconosciuto fino a 4 anni fa, per guidarla lungo una nuova strada in un periodo fra i piu' difficili della sua storia.
"Buonasera Chicago! Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita del fatto che l’America sia il posto dove tutto è possibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri Padri sia vivo oggi, che ancora si interroga sul potere della nostra democrazia, stasera ecco la risposta. E’ la risposta che hanno dato le file davanti le scuole e le chiese, mai così lunghe nella storia di questo paese, fatte da gente che ha atteso tre ore, quattro ore, molti per la prima volta nella loro vita, perché credevano che questa volta poteva essere diverso, e che la loro voce poteva essere quella differenza. E’ la risposta data da giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani, gay, etero, disabili e non disabili. Americani, che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati solo un insieme di individui o un insieme di stati rossi e stati blu.
Noi siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d’America."

domenica 19 ottobre 2008

IL FASCIO LITTORIO DERIVA DA...


Il più antico fascio littorio fu rinvenuto presso Vetulonia e risale, molto probabilmente, al secolo VIII-VII; si tratta quindi di un ritrovamento di epoca preromana. La sua struttura (scure bipenne inserita tra dodici verghe) e la sua composizione (ferro) rivelano stretti legami esistenti fra le tradizioni nordiche e chi fu l'artefice di tale sacro oggetto. La scure bipenne, in stretta connessione col significato del culto di Janus, dio romano delle origini, è uno dei simboli più antichi della sovranità regale.La dualità simmetrica dei due tagli rappresenta l'integrazione creatrice delle polarità opposte. Tale incontro avviene in un punto dell'asse che è il centro immobile, il punto di passaggio tra futuro e passato, il terzo volto di Janus, il sacro che genera. I tagli dell'ascia rappresentano esattamente "il simbolismo del fulmine", espresso dalle tradizioni nordiche con le rune e la cui composizione forniva lo schema rappresentativo con cui si indicava il sacro Mjölnir, il martello del dio Thor. La folgore ha significato simbolico doppio: da una parte illumina, squarcia le tenebre, dall'altro distrugge, incendia. Poiché spesso, nell'antichità, l'uso della folgore era prerogativa del dio supremo, questa è considerabile come verità che può essere intuita in forma istantanea solo da chi è capace di resistere alla prova del fuoco incenerendo tutto quello che di sé è mortale, raggiungendo, così, una condizione di supervita. Il tracciato stesso della saetta spiega questo processo: una prima fase rappresenta la discesa del fuoco divino sulla terra, la seconda fase è la trasmutazione che fa dell'uomo che ha saputo intuire l'insegnamento un essere simile ad un dio, la terza fase è ancora una discesa, un ritorno di colui che, libero dai vincoli corporei, torna alla terra per riaprire il ciclo. Secondo alcune tradizioni la destra è l'attributo divino della misericordia, la sinistra è la giustizia. Presso gli arabi tali attributi sono la maestà (volto maschile) e la bellezza (volto femminile). Ma presso gli indù la misericordia è prerogativa dei sacerdoti (Brahamana) che possiedono la chiave dei misteri, mentre la giustizia è un guerriero (Kshatrya) che ha diritto di vita e di morte sui sudditi: diritto che egli esercita per mezzo della verga ( lo scettro del potere). Ecco allora che via contemplativa (sacerdotale) e via attiva (guerriera) si fondono nel centro dal quale traggono la ragione stessa della loro esistenza (l'asse tradizionale, la corona regale segno del potere unico e totale). Le dodici verghe che "incoronano" la scure bipenne sono il ciclo zodiacale con la sua metà ascendente e discendente, aventi origine e fine nei solstizi d'inverno e d'estate, sono rappresentazione dell'universalità totale ed infinita dell'azione radiante della tradizione.I segni zodiacali sono ad un tempo i gradi della potenza e della conoscenza che va dall'inqualificazione originaria, dalla notte che precede il giorno (solstizio d'inverno, colore nero), attraverso il soffio creatore della luce (equinozio di primavera, colore bianco), fino all'acme espansivo del mezzogiorno in cui la luce tutto pervade.


Il fascismo creò dei punti di contatto tra l'antica Roma e il regime di Mussolini. La potenza, la forza, i trionfi della Roma imperiale vennero interpretati come degni anticipatori della gloria e della potenza fascista, infatti il fascismo si propose come il naturale discendente della Roma antica. Mussolini infatti si faceva chiamare Duce, che nell'antica Roma era il generale, il capo militare valoroso e trionfante in battaglia amato ed apprezzato dai soldati che lo seguivano ubbidienti. Mussolini infatti veniva descritto dalla propaganda con le stesse qualità dei generali romani e quando i fascisti si incontravano si salutavano alzando il braccio destro in alto, nello stesso modo in cui i soldati salutavano i loro capi nell'antica Roma. Il Fascio littorio era il simbolo del fascismo e deriva anch'esso dalla Roma antica ed allora era simbolo di autorità: era infatti il simbolo del potere dei magistrati e fu introdotto dagli etruschi durante la tarda monarchia; in realtà il fascio era un simbolo tradizionale ariano, derivato dal simbolo del martello di Tohr, il dio del tuono nella mitologia nordica e diffusa solo successivamente anche dagli etruschi nella forma in cui lo si conosce.Il fascio è costituito da un insieme di verghe di olmo o di betulle legate tra di loro con dei nastri rossi, che rappresentava il potere dei consoli(cioè i magistrati più importanti presso l'antica Roma) di punire con le verghe e di esercitare lo "ius necis" cioè il diritto di dare la morte ai rei ;lateralmente o superiormente alle verghe, veniva inserita una scure che in età repubblicana veniva tolta quando si era all'interno della città; il fascio veniva portato durante le feste pubbliche dai littori, degli ufficiali che scortavano le maggiori autorità romane ed è per questo motivo che si chiama littorio, il fascio veniva ornato di alloro in occasione dei trionfi e portato invece rovesciato durante i lutti gravi. Il numero dei fasci littori che precedeva il magistrato ne indicava il grado: più erano numerosi e più alto era il grado del magistrato stesso: i re e i magistrati ne disponevano dodici, da Diocleziano in poi divennero ventiquattro, i Magistrati Equituum e i Magistrati di Rango Pretorio venivano preceduti da sei Fasci Littori, i Questori da cinque e dai 42a.C. in poi, ne vennero dotate anche le Vestali e le vedove imperiali. Il Magistrati inferire inchinava i propri Fasci davanti al superiore(fasces subissi).Ispirandosi alla tradizione romana, il Fascio simboleggia sia l'unità del popolo, sia l'autorità posseduta dal popolo stesso e in epoca moderna, divenne il simbolo di numerosi movimenti politici. Il fascio fu adottato come emblema politico dei rivoluzionari francesi per simboleggiare il nuovo potere repubblicano: allora la scure fu sostituita da un'alabarda, e il fascio fu sormontato da un berretto frigio. Durante il Risorgimento, molte società segrete, specie d'ispirazione massonica, si ispirarono al fascio littorio che era sempre stato considerato un emblema di unità e libertà. Nella seconda metà dell'ottocento e fino alla prima guerra mondiale, il fascio littorio contin8uò ad essere impiegato dalle forze di sinistra, come i Fasci dei Lavoratori, organizzazioni proletarie di contadini siciliani, Fasci di Azione Rivoluzionaria ecc.Con la costituzione di un Fascio Parlamentare di Difesa Nazionale, dopo la disfatta di Caporetto, il termine Fascio cominciò ad essere legato alla necessità di un unione nazionale al di sopra degli interessi dei partiti. Come tale, ma accompagnato da rivendicazioni rivoluzionarie, l'emblema romano venne accolto da B. Mussolini, divenendo il simbolo dei Fasci di Combattimento, e in seguito del Partito Nazionale Fascista; infatti Mussolini fondò i Fasci di combattimento e chiamò "il Fascio" il suo giornale; in quell'anno ebbe pochi voti alle elezioni e successivamente il nome da Fascio divenne Fascismo, anche se in principio Mussolini aveva scelto il nome Fascio in ricordo delle sue origini rivoluzionarie, lo utilizzò largamente come simbolo della grandezza romana ed imperiale a tal punto che il Fascio Littorio divenne il simbolo ufficiale del P.N.F. Anche la parola "Littorio" venne molto usata nel periodo fascista, tanto è che il littorio era diventato sinonimo di fascista, ad esempio la gioventù fascista era anche chiamata "la Gioventù del Littorio". Lo stile Littorio fu detto lo stile architettonico fascista; Littoria (oggi Latina) fu chiamata "la città capoluogo", costruita nella zona bonificata delle Paludi Pontine; Littorali erano anche le gare culturali, artistiche e sportive per gli universitari e littori erano i relativi vincitori. Insomma, il Fascio Littorio influenzò per decine di anni la vita degli italiani del XIX secolo attraverso la propaganda di Mussolini.

LA SVASTICA DERIVA DA....


La “SVASTICA”, che dal sanscrito significa “apportatore di salute”, è semplicemente una croce uncinata. Essa consiste in una croce a bracci di eguale lunghezza, che presentano un prolungamento ripiegato, ad angolo retto.

La Svastica e i Popoli


La svastica è un simbolo universalmente conosciuto e molto antico, se ne trova traccia in Asia, in Mongolia, in India e anche nell’America centrale.In effetti la svastica fa la sua comparsa in molte culture dell’antico e del nuovo mondo, la conoscevano i Celti, gli antichi Greci, gli Etruschi, gli Egizi, i Mesopotami e gli Aztechi.Presso l’Elam (nel periodo preistorico), Babilonia e nella valle dell’Indo per la cultura preariana di Mohenjo-dara (2000 a.C.), la croce uncinata era vista come simbolo religioso e come portafortuna circondato da un immensa aura magica.In India, per esempio, veniva unito il significato religioso al simbolismo astronomico: con gli uncini orientati a destra emblema del Sole, mentre di ira funesta nel senso opposto.In Medio Oriente, a Micene e in Grecia furono scoperte svastiche su statue di donne, e attorno ad Artemide, signora della vita, così da far pensare ad un significato di fertilità e vita . I bracci della croce rivolti verso l’interno alludono a una direzione di movimento in senso rotatorio. Per la sua forma a ruota può suggerire l’idea del ritorno delle stagioni che compongono l’anno solare. Inoltre può ruotare verso sinistra o verso destra a seconda dei ripiegamenti dei suoi uncini.Nell’ remota Cina, wan-tsu, è vista come simbolo del quadruplice orientamento che segue i punti cardinali.Dal 700 d.C. in poi assunse il significato del numero diecimila e dunque dell’ infinito.Nell’area indobuddista la svastica venne considerata come un sigillo e la si ritrova spesso impressa sul cuore di Buddha, anche in Tibet del resto ha valore di portafortuna e talismano.Nella religione indiana del Gianismo i quattro bracci di questa croce rappresentano i piani dell’esistenza: mondo degli dei, mondo dell’uomo, mondo animale, mondo infero.La svastica viene denominata anche come “CRUX GAMMATA” in quanto i suoi uncini ricordano la quadruplicazione della lettera G (gamma) dell’alfabeto greco.Nell’area meridionale i “ganci” sono occasionalmente rivolti verso l’interno o spezzati; in quella germanica invece il martello di Thor e raffigurato sotto la forma di croce gammata.La svastica, se pur con più difficoltà , si rintraccia anche nella culture dell’America precolombiana.Tutt’oggi non è possibile affermare con certezza dove, e per opera di quale popolo, sia comparsa la svastica per la prima volta.Alcune ipotesi la fanno risalire ai Babilonesi, altre collocano la sua nascita ancor prima.Quello che appare certo è che la croce gammata non fu mai tanto famosa quanto lo fu come stemma politico.



La Svastica come stemma politico


La sua importanza va ricondotta all’esaltazione romantica del germanesimo che fece la sua comparsa a cavallo fra i due secoli. Prima, nel 1910, venne adottata come segno d’arianità da vari gruppi antisemiti.Poi la “croce uncinata” destrogira apparve nel 1919 come simbolo araldico della Thule-Geselschaft e, secondo il barone Glauer Von Sebottendorff (fondatore della Thule), indicava il percorso ascendente del sole dal solstizio d’inverno a quello d’estate.Nel 1919 Friederich Krohn, appartenente alla Thule, aveva proposto una croce gammata sinistrogira ma l’idea non riscosse successo.Alla fine la svastica fu adottata da Hitler come simbolo, prima del partito nazionalsocialista, e in seguito, dal 1933 al 1945, posta al di sotto dell’aquila imperiale divenne l’emblema del Terzo Reich.La svastica con i bracci rivolti a sinistra è dovuta all’erronea convinzione dell’origine indoeuropea e ariana del simbolo.



La Svastica di Hitler


Hitler scelse la svastica come simbolo, prima del partito nazionalsocialista e poi del terzo reich, perché era a conoscenza delle sua antiche origini ed era affascinato dall’alone di mistero e dall’aura magica che lo circondavano.Probabilmente Hitler conobbe per la prima volta l’antico simbolo quando era ancora un bambino e viveva in Austria. Nel piccolo borgo di Lambach, dove Hitler visse, erano stampate delle croci uncinate presso i portali del monastero; e la croce gammata ritornava anche nello stemma personale dell’abate Hang.La prolungata visione della svastica avuta da piccolo non fu certamente l’unico motivo che spinse Hitler ad adottarla come emblema della “Nazione”.
Il dittatore era uno studioso ed aveva conoscenze esoteriche, queste lo conducevano a credere che gli Ariani fossero superiori in quanto semidei, e a pensare che il suo popolo doveva a tutti i costi riguadagnare la sua superiorità perduta. Le sue idee lo conducevano inoltre a vedere negli ebrei dei nemici in quanto popolo che non utilizzavano la svastica, che era eredità degli Arii che ne avevano diffuso il culto ovunque.«La svastica era il Sole e gli ebrei erano devoti alla luna, dunque nemici del simbolo e degli Ariani».L’esoterismo fu studiato da Hitler con l’intento di sviluppare una società “mistico-politica”;un esempio di queste attenzioni lo si può avere osservando i colori ufficiali del vessillo nazista, il nero, il rosso ed il bianco, colori sacri all’alchimia.Ma tutto il nazionalsocialismo fu legato alla mistica esoterica, il grande uso dei simboli, con la svastica come emblema principale, ne è la conferma.Come ci dice lo stesso Hitler, la svastica, fin dalla presentazione al popolo germanico, riscosse un grandissimo successo. La bandiera con la croce uncinata fece il suo debutto nel 1920 e fu subito l’orgoglio del dittatore e dei suoi collaboratori.La svastica in breve tempo ascese ai campanili delle cattedrali tedesche, e si schierò ai lati degli altari; sempre più velocemente si incise nel cuore di un popolo, divenendo il simbolo delle sue vittorie e delle sue sconfitte.

TRIBUTO AI GRANDI MAESTRI ATEI

Una modesta raccolta di perle di saggezza di grandi filosofi e pensatori senzadio. Questo filmato non vuole sintetizzare in nessun modo l'ateosofia e l'immensità del pensiero miscredente. Per esprimere esaurientemente le molteplici sfaccettature della cultura (o per meglio dire della alterità culturale) atea non basterebbero migliaia di libri (infatti sull'argomento sono stati scritti molte migliaia di libri). Questo filmato vuole solo essere un tributo ai gradi uomini che hanno fatto ciò che è giusto e morale senza richiedere una ricompensa ultraterrena né prostituendosi alla volontà di un Dio. Forza della ragione. E si ricordi come praticamente tutti questi eroi siano stati perseguitati o martirizzati dai religiosi bigotti.Preciso che Voltaire non fu propriamente un ateo ma un deista, nondimeno fu uno dei padri della miscredenza.

LO SAPEVI CHE....

Il muscolo del cuore ha una forza tale da sparare il sangue a 10 metri di altezza.

Gli elefanti sono i soli animali che non possono saltare.

Statisticamente la gente ha più paura dei ragni che della morte

Tutti gli orsi polari sono mancini

I coccodrilli non possono tirare fuori la lingua

Lo scarafaggio vive senza testa per 9 giorni e muore solo perchè non può mangiare.

Il verso dell’anatra non produce eco e nessuno sa perchè

Ogni Re delle carte da gioco rappresenta un Re nella storiaFiori : Re Davide. Picche : Alessandro il Grande.Cuori : Carlomagno.Quadri : Giulio Cesare.

E’ impossibile starnutire tenendo gli occhi aperti.

Moltiplicando 111,111,111 x 111,111,111 = 12,345,678,987,654,321

In una statua equestre con soldato se il cavallo ha due zampe sollevate, significa che il soldato è morto in combattimento.Se il cavallo ha una zampa sollevata, il soldato è morto in seguito a ferite.Se il cavallo ha le 4 zampe posate il soldato è morto per cause naturali.

Le zanzare hanno i denti

Thomas Edison aveva paura del buio.

La parole cimitero deriva dal greco koimetirion che significa dormitorio

Nell’antica Inghilterra la gente non poteva fare sesso senza il consenso del Re.Quando volevano avere un figlio dovevano chiedere il, permesso alla monarchia Veniva quindi loro fornita una placca da appendere alla porta durante le loro relazioni sessuali.La placca diceva … "Fornication Under Consent of the King" (F.U.C.K.).Questa è l’origine della parola.

Quando gli emigranti inglesi sbarcarono in Australia, notarono un animale che saltava molto in alto e distante. Domandarono agli aborigeni, usando il linguaggio dei segni, chi fosse questo strano animale. Essi risposero ’’Kan Ghu Ru’’da cui la parola inglese kangaroo. Quel che in realtà gli aborigeni dissero fu: ‘Non ti capiamo’---> ‘’ Kan Ghu Ru’’.

E’ impossibile succhiarsi il gomito.

Durante le storiche guerre civili, quando le truppe ritornavano senza aver subito perdite, veniva esposto un cartello perchè tutti potessevo vedere "0 Killed". (zero morti)Da quì l’espressione "O.K." che significa va tutto bene.

RED BULL


Ho preso in parola l'appello: ho cercato altri studi su questa "pericolosa bibita". Grazie a Google ho trovato, per esempio, quella che sembra essere la versione originale, in spagnolo, dell'appello, nonché l'indagine e le analisi svolte dall'emittente canadese CBC e l'indagine antibufala di Snopes.com, che rivelano che l'appello risale al 2000 e che le sue accuse principali sono completamente fasulle.Per esempio, il "glucuronolactone" (che in italiano corretto si chiama glucuronolattone) è sì presente nella Red Bull, ma non è affatto una sostanza chimica pericolosa sviluppata dal Dipartimento della Difesa statunitense negli anni Sessanta del secolo scorso come allucinogeno per le proprie truppe in Vietnam. E' un carboidrato: un tipo di zucchero presente naturalmente nell'organismo umano e in alimenti come il grano e il vino rosso.Va detto che una lattina di Red Bull contiene 600 milligrammi di glucuronolattone, che si ritene sia 250 volte la dose normale giornaliera, ma come nota Snopes.com, né l'archivio del British Medical Journal né il sito della Food and Drug Administration, autorità che regola ogni sostanza presente negli alimenti e nei farmaci negli USA, riportano informazioni che possono suggerirne la pericolosità anche a questi dosaggi elevati (e di solito l'FDA ci va pesante).L'appello contiene addirittura un consiglio pericoloso: quello di dover effettuare un'attività fisica dopo aver bevuto Red Bull, pena l'"infarto fulminante". In realtà il contenuto di caffeina di Red Bull (pari a una tazzina di caffé, il triplo di quello di una lattina di Coca-Cola) e quello di zucchero (circa 5 cucchiaini per lattina da 250 ml) ne fanno una bevanda poco adatta in caso d'intensa attività fisica. Non solo Red Bull non reintegra nell'organismo le sostanze perdute durante l'esercizio fisico, come fanno invece le cosiddette "bevande sportive", ma contiene così tanta caffeina che può causare disidratazione, che a sua volta mette sotto sforzo il cuore.Il sito della Red Bull stesso, fra l'altro, consiglia nelle FAQ di bere la bibita "prima di attività atletiche impegnative" ma avvisa anche che "non è stata formulata per fornire reidratazione" e quindi invita "chi si impegna in un'attività sportiva di bere anche molta acqua durante esercizi intensi".L'appello afferma anche che Red Bull contiene imprecisati "componenti che fanno diluire il sangue", ma non dice quali, e non risulta che nessuno degli ingredienti della bibita abbia quest'effetto.Anche la notizia che Francia e Danimarca hanno bandito la bibita per via della combinazione dei suoi "componenti di vitamina" uniti al glucuronolattone è una mezza bufala: il divieto di commercializzazione esiste, ma per via di timori connessi al suo alto contenuto di caffeina e a dubbi sull'effetto della combinazione di caffeina, glucuronolattone e taurina: un altro ingrediente della Red Bull, che nonostante il nome non è estratta (come vuole una leggenda metropolitana) dai testicoli dei tori ma è prodotta sinteticamente ed è un ingrediente del latte artificiale per neonati.Questo non significa che si possa essere disinvolti nell'uso di queste bibite contenenti alte dosi di sostanze stimolanti: a parte l'ingestione di grandi quantità di zucchero (addio alla linea) se non si ricorre alla versione "sugar free" e di caffeina (disidratanti), l'eventuale abbinamento di bibite come Red Bull con alcolici può dare una falsa sensazione di sobrietà molto pericolosa, secondo uno studio condotto in Brasile dalla professoressa di psicologia Maria Lucia Souza-Formigoni dell'Università di San Paolo e citato dalla BBC. Chi è ubriaco e non si rende conto di esserlo rischia di mettersi alla guida o compiere altre azioni impegnative senza rendersi conto che le proprie capacità di reazione e valutazione sono alterate.Siamo insomma alle solite: l'appello gioca sulle nostre paure delle sostanze dai nomi misteriosi e sul mito della sadica disinvoltura con la quale le grandi aziende infilano veleni negli alimenti senza che le autorità se ne accorgano, e alla fine risulta addirittura controproducente, seminando disinformazione e sollevando un polverone che impedisce di discutere concretamente dei rischi connessi all'uso scriteriato di queste bibite.

giovedì 11 settembre 2008

TRATTO DA L'ESPRESSO

Le confessioni di Gaetano Vassallo, il boss che per due decenni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari: uno sconvolgente racconto della devastazione di una regione. Venti anni di denaro facile che hanno consolidato il potere dei casalesi, diventati praticamente i monopolisti di questo business sporco e redditizio.Ferraro dell'Udeur? In ottimi rapporti con noi
"Nicola Ferraro prelevava anche i rifiuti speciali delle officine meccaniche. Anzi fingeva di prelevare i rifiuti ma in realtà faceva delle false certificazioni e venivano smaltiti illegalmente". È uno dei capitoli più scottanti delle rivelazioni di Domenico Bidognetti, cugino 'pentito' del padrino Francesco. Parla di Nicola Ferraro, leader casertano dell'Udeur molto legato a Clemente Mastella: è consigliere regionale e uomo chiave della maggioranza di Antonio Bassolino. Ferraro è stato arrestato nella retata che a gennaio azzerò il partito, ma ora viene chiamato in causa per frequentazioni più pericolose: "Era un imprenditore molto vicino al clan dei casalesi. Prima era più vicino alla famiglia Schiavone, poi deve essersi avvicinato a Antonio Iovine". Ossia al capo latitante più potente. Racconta Bidognetti: "Nel '98 chiesi anche la somma che proveniva dal Villaggio Coppola, ma il tramite mi disse che lì operava Nicola Ferraro con un'altra società, anche lui entrato nel giro dei rifiuti e poi nella politica". E ancora: "Rappresento di averlo contattato telefonicamente nella latitanza nel '98-99. Gli chiesi una tangente per la disinfestazione a Castel Volturno. Mi fece capire che aveva già pagato nelle mani di Antonio Iovine. Io parlai poi con Michele Zagaria, sempre al telefono, e lui mi confermò di aver ricevuto 50 milioni". Infine conclude: "A testimonianza dei buoni rapporti fra il Ferraro ed il clan, un anno fa Cicciariello (Francesco Schiavone, cugino omonimo di Sandokan) mi disse che voleva mandare a dire a Ferraro di intercedere presso il suo 'compare' ministro della Giustizia, per fare revocare, un po' per volta, i 41 bis applicati a noi casalesi. Non so dire se poi Cicciariello attuò questo proposito".

mercoledì 10 settembre 2008

NUCLEARE?NO GRAZIE!!

ECCO IL PERCHE'...GUARDA QUESTO VIDEO TREMENDO E CAPIRAI...X NON DIMENTICARE!!!!!

LE INTERCETTAZIONI

Orson Welles, con una trasmissione radiofonica, convinse in poche ore migliaia di americani del fatto che gli alieni avevano invaso il Texas.
Cosa pensate che possa capitare a un popolo bombardato per decenni da mass media, gestiti da un Pidduista,che istigano idiozia con reality show e intrattenimento da due soldi??

ASCOLTATE "IL BERLUSCONI INTERCETTATO"

AGGHIACCIANTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

BERLUSCONI - DELL'UTRI

DISGUSTOSO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

BERLUSCONI SACCA'

martedì 9 settembre 2008

LO STATO LIBERO

Forse e' solo una grande illusione, forse il solo pensarlo rende più leggeri, forse è solo che penso troppo...ma...il vedere scritto che sono un uomo libero mi rende felice per qualche attimo.Sulla mia carta d'identità c'è scritto che sono libero...si lo sò che vuol dire solamente che non sono sposato(e ci sarebbe da dire anche su questo)però libero è una parola importante.Esseri liberi mica è una cosa così...La libertà è una cosa importanteprendendola alla leggera poi diventa una parola vuota ed insignificante come "democrazia".Una volta la democrazia era una chimera desiderata da tutti i popoli adesso è un prodotto comune che si esporta come la c... c...(bevanda gassata usata anche per svitare bulloni ossidati).La libertà di opinione per esempio...sono libero di avere le mie opinioni ma è nel frattempo che ho problemi.Per avere un opinione dovrei avere accesso ad una informazione corretta e poi elaborarla con la mia sensibilità.Per esempio prima di andare a votare dovrei conoscere tutti i canditati e sapere qualcosa della loro vita, quali sono le loro priorità, come intendono agire in determinate cose e così via...invece il sistema mi dice che ho diritto di votare per chi vogliono loro...e zitto!!Per fortuna che la libertà di pensiero non me la possono toccare e qualche vaffa mentale me lo posso concedere.

MAHATMA GHANDI

Ghandi nacque a Porpandar, in India, nel 1869. Dal 1893 fino al 1914 visse in Sudafrica, dove lottò per i diritti civili della comunità indiana, sperimentando quei metodi non violenti che lo avreb-bero reso celebre in tutto il mondo. Tornato in India, lanciò la grande campagna di disobbedienza civile contro le autorità inglesi che, dopo oltre venticinque anni, portò il Paese all'indipendenza. Il Mahatma (Grande anima) morì nel 1948, vittima di un fanatico indù.
MESSAGGIO DI GHANDI 2 APRILE 1947

LA "MONNEZZA" DI NAPOLI

Dopo mesi di sbandierata vittoria da parte del premier abbiamo visto che da Napoli non e' sparita l'immondizia, ma solo giornalisti e cameramen che ubbidienti hanno smesso di riprendere l'emergenza......
VERGOGNA!!!!!!!!!!

VIDEO AMATORIALE DI ANTONIO DA AFRAGOLA

sabato 6 settembre 2008

Charlie Chaplin

Sir Charles Spencer Chaplin Jr. (Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977) è stato un attore, regista e sceneggiatore britannico.
Sceneggiatore, compositore, produttore cinematografico di oltre novanta film, è stato uno dei più importanti registi della storia del cinema (in particolare dell'era del film muto) e probabilmente l'attore più famoso dagli albori del cinema hollywoodiano. In generale, può essere considerato uno dei più grandi artisti del XX secolo.
Il personaggio attorno al quale larga parte delle sue sceneggiature, e che gli dette fama universale, fu quello del "vagabondo" ("The Tramp" in inglese; "Charlot" in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante. L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana, in particolare delle classi sociali più emarginate.


Discorso All'Umanità



"Dedico questo video, e il discorso di Charlie Chaplin al suo interno, a tutte quelle persone che si lavano la bocca con la parola progresso, riportando l'umanità all'800.

giovedì 4 settembre 2008

STUDIO MERDA

IL TG PIU' INUTILE CHE ESISTE

martedì 2 settembre 2008

SIGMUND FREUD

Sigmund Freud, filosofo tedesco, oggi è noto essenzialmente per la psicanalisi. Ebreo, fu perseguitato dai nazisti, che bruciarono i suoi testi insieme a quelli di Albert Einstein . Morì nel 1939. Freud più che filosofo lo possiamo definire un medico psicanalista, che ha studiato i meccanismi della mente umana, dando una interpretazione scientifica del sesso e scoprendo e teorizzando "l'inconscio" (in passato intuito da Gorgia ed analizzato in parte da Galeno). L'inconscio è la parte irrazionale della psiche; per i cattolici e gli illuministi non esiste, perché per i primi esistono solo gli istinti e per i secondi esiste solo la ragione.
La psiche umana è divisa in tre parti : l'Esse, che è scaturita dall'ambiente sociale in cui si nasce o da una eredità genetica, l'Io, che è regolato dal rapporto che si ha con la realtà, il Super Io, la parte più nobile della nostra psiche che si plasma in base alla coscienza, ai modelli e agli ideali di una persona.

lunedì 1 settembre 2008

sabato 30 agosto 2008

Heroes

CHE BELLE LE OLIMPIADI!!!!

Il ricordo di Tianamen in Cina è vietato e punito con la galera, le madri delle centinaia di morti tra gli studenti li devono piangere di nascosto.A me piace spesso ricordare l'immagine di quest'uomo che ferma un fila di carri armati.Un gesto che vale più di qualsiasi medaglia.Il mondo cambia innanzitutto nella mente dell'uomo che vuole cambiarlo.

venerdì 29 agosto 2008

ARTE LIBERA





































CURIOSITA'


A Dubai il primo hotel subacqueo al mondo

“Per essere precisi, il nostro pianeta non dovrebbe chiamarsi “terra”, bensì “acqua”, dal momento che oltre il 70% della superficie terrestre è fatta di elementi acquosi. Nessuna forma di vita può esistere senza acqua, nulla potrebbe svilupparsi, nulla potrebbe evolversi…..Sin dai tempi primordiali l’acqua, fonte di ogni forma di vita sulla terra, ha avuto un significato speciale per l’umanità. L’Hydropolis Resort, primo hotel subacqueo al mondo, offre ai suoi visitatori qualità di vita, esperienza e percezione completamente nuove”.Sono le parole con cui Joachim Hauser spiega il principio che ha ispirato il suo ambizioso progetto per il “Crescent Hydropolis Resort”, l’hotel subacqueo attualmente in fase di realizzazione che sorgerà, entro la fine dell’anno appena iniziato, nella capitale degli Emirati Arabi.Hydropolis sorgerà a 300 metri di distanza dalla riva; sarà un enorme sommergibile fermo a 20 metri di profondità, ed occuperà la sbalorditiva superficie di 2.600.000 metri quadrati.Il futuristico progetto include tre elementi:- una stazione di arrivo (land station), dove saranno accolti gli ospiti;- un complesso sottomarino all’interno del quale troveranno spazio 220 stanze;- un tunnel attraverso il quale i visitatori potranno raggiungere in treno gli spazi subacquei della struttura.L’accesso alla struttura avviene attraverso la Land Station. Si tratta di un corpo cilindrico semicircolare che si sviluppa in parte in altezza inarcandosi ai livelli più alti.Dal piano più basso della stazione d’arrivo parte un treno silenzioso, azionato da un cavo automatizzato, che conduce i visitatori nel cuore del corpo subacqueo.I piani più alti ospitano una clinica di chirurgia estetica, un laboratorio di biologica marina e sale conferenze. Sono inoltre previsti un enorme centro commerciale, un cinema, ristoranti ed una piattaforma panoramica dalla quale poter ammirare la spettacolare vista del complesso subacqueo.Ai piani più bassi troveranno invece spazio uffici, magazzini e parcheggi.“Hydropolis – spiega Hauser – non è un progetto, ma una passione”. “Vi sono diverse visioni “colonizzanti il mare”: Jules Vernes, Jean Gusto nonché diversi architetti giapponesi. Ma nessuno di loro è mai riuscito a realizzare questo sogno. È stata questa la maggiore sfida. Nonostante sia stato il sogno dell’umanità per secoli, nessuno è stato in grado di rendere possibile la vita sott’acqua”.La realizzazione del primo hotel sott'acqua, i cui lavori sono inziati nel 2005, è stata promossa dal Ddia, l'Autorità per lo sviluppo e l'investimento di Dubai, una compagnia che da anni promuove lo sviluppo turistico della capitale commerciale degli Emirati Arabi.

Aforismi di Friedrich Nietzsche


  1. Io amo gli uomini che cadono, se non altro perché sono quelli che attraversano.
  2. Il miglior scrittore sarà colui che avrà vergogna di essere un letterato.
  3. Che cosa desideriamo noi vedendo la bellezza? Desideriamo di essere belli; crediamo che a ciò vada congiunta molta felicità. Ma questo è un errore.
  4. Ci sono tre principali gruppi di uomini: selvaggi, barbari inciviliti, europei.
  5. Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
  6. Anche per i più grandi uomini di stato fare politica vuol dire improvvisare e sperare nella fortuna.
  7. Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella che danzi.
  8. Ben poche sono le donne oneste che non siano stanche di questo ruolo.
  9. C'è sempre un grano di pazzia nell'amore, così come c'è sempre un grano di logica nella follia.
  10. Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.
  11. Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura.
  12. Chi raggiunge il proprio ideale, proprio con ciò lo oltrepassa.
  13. Ciò che noi facciamo non viene mai capito, ma soltando lodato o biasimato.
  14. Da quando ho imparato a camminare mi piace correre.
  15. Chi conosce in profondità si sforza d'essere chiaro; chi vorrebbe sembrare profondo alla moltitudine si sforza d'essere oscuro.
  16. Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore.
  17. Chi scrive aforismi non vuole essere letto ma imparato a memoria.
  18. Ciò che non mi distrugge mi rende più forte.
  19. É prerogativa della grandezza recare grande felicità con piccoli doni.
  20. Ciò che fa l'originalità di un uomo è che egli vede una cosa che tutti gli altri non vedono.
  21. E' un giusto giudizio dei dotti che gli uomini di tutti i tempi abbiano creduto che cosa sia bene e male, degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiudizio dei dotti che noi adesso lo sappiamo meglio di qualsiasi altro tempo.
  22. Il non parlare mai di sé è un'ipocrisia molto distinta.
  23. Il modo più perfido di nuocere ad una causa è difenderla intenzionalmente con cattive ragioni.
  24. I medici più pericolosi sono quelli che, da attori nati, imitano con perfetta arte di illusione il medico nato.
  25. Il cinismo è la sola forma sotto la quale le anime volgari rasentano l'onestà.
  26. I pensieri sono le ombre delle nostre sensazioni: sempre più oscuri, più vani, più semplici di queste.
  27. Grazie alla musica le passioni godono di se stesse.

  28. Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato.
  29. Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi.
  30. Fino a che continuerai a sentire le stelle ancora come al di sopra di te, ti mancherà lo sguardo dell'uomo che possiede la conoscenza.
  31. I pensieri sono le ombre delle nostre sensazioni: sempre più oscuri, più vani, più semplici di queste.
  32. Il cinismo è la sola forma sotto la quale le anime volgari rasentano l'onestà.

    Il sentimento più penoso che ci sia è quello di scoprire che si è sempre presi per qualcosa di superiore a quel che si è.

  33. La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.
  34. Il nostro destino esercita la sua influenza su di noi anche quando non ne abbiamo ancora appresa la natura: il nostro futuro detta le leggi del nostro oggi.

  35. Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è sempre un nemico.
  36. La nostra vanità è più duramente offesa proprio quando è stato il nostro orgoglio ad essere ferito.
  37. Io sono interamente corpo, e nient'altro; l'anima è soltanto una parola per indicare qualche cosa che riguarda il corpo.
  38. La familiarità del superiore irrita, perchè non può essere ricambiata.
  39. La sensualità affretta spesso la crescita dell'amore, così che la radice rimane debole e facile da strappare.
  40. L'immortalità si paga cara: bisogna morire diverse volte mentre si è ancora in vita.
  41. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
  42. L'essere confutabile non è certo la minore attrattiva di una teoria; proprio per questo attira i cervelli più sottili.
  43. L'enorme aspettativa riguardo l'amore sessuale e la vergogna per questa aspettativa rovinano sin dall'inizio alle donne ogni prospettiva.
  44. L'amore è lo stato in cui l'uomo vede le cose diverse da come sono.
  45. L'amore porta alla luce le qualità elevate e nascoste di un amante, ciò che vi è in lui di raro ed eccezionale. Così trae in inganno su ciò che in lui rappresenta la norma.
  46. L'asceta fa una necessità della virtù.
  47. L'uomo deve essere addestrato alla guerra. La donna al riposo del guerriero. Tutto il resto è stupidità.
  48. Le medesime passioni hanno nell'uomo e nella donna un ritmo diverso: perciò uomo e donna continuano a fraintendersi.
  49. Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui.
  50. Nel vero amore è l'anima che abbraccia il corpo.
  51. O risplendente Sole, cosa mai saresti tu, se non ci fossi io, quaggiù, su cui risplendere?
  52. Nella vendetta e nell'amore la donna è più barbarica dell'uomo.
  53. Madre dell'eccesso non è la gioia, ma la mancanza di gioia.
  54. Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa gli uomini superiori.
  55. Non attribuiamo particolare valore al possesso di una virtù, finché non ne notiamo la totale mancanza nel nostro avversario.
  56. Non c'è niente da fare: ogni maestro ha un solo allievo, e questo gli diventa infedele perchè è destinato anche lui a diventare maestro.
  57. Meglio è non saper niente che saper molte cose a metà.
  58. Non esistono fenomeni morali, ma solo interpretazioni morali dei fenomeni.
  59. Nella dorata guaina della compassione si nasconde talvolta il pugnale dell'invidia.
  60. Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.
  61. Quando la virtù ha dormito, si alza più fresca.
  62. Quando la menzogna si accorda con il nostro carattere diciamo le bugie migliori.
  63. Per chi è solo, il rumore è già una consolazione.
  64. Se i coniugi non vivessero insieme i buoni matrimoni sarebbero più frequenti.
  65. Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare. Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del non sapere.
  66. Se si ha carattere si ha anche una propria tipica esperienza interiore, che ritorna sempre.
  67. Più uno si lascia andare, più lo lasciano andare gli altri.
  68. Prima dell'effetto si crede a cause diverse da quelle cui si crede dopo l'effetto.
  69. Per troppo tempo nella donna si sono nascosti uno schiavo e un tiranno. Perciò la donna non è capace ancora di amicizia, ma conosce solo l'amore.
  70. Si odono solo le domande alle quali si è in condizione di trovare una risposta.
  71. Temo che gli animali vedano nell'uomo un essere loro uguale che ha perso in modo estremamente pericoloso il sano intelletto animale: vedano ciò in lui l'animale delirante, l'animale che ride, l'animale che piange, l'animale infelice.
  72. Tutte le cose che sono veramente grandi a prima vista sembrano impossibili.
  73. Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.
  74. Tutto ciò che è troppo stupido per essere detto può essere cantato.
  75. Un pò di salute ogni tanto è il miglior rimedio per l'ammalato.
  76. Tutti gli uomini che facciamo aspettare a lungo nell'anticamera del nostro favore vanno in fermentazione o divengono acidi.
  77. Senza musica la vita sarebbe un errore.
  78. Un uomo di genio è insopportabile, se non ha almeno altre due qualità: la gratitudine e la purezza.
  79. Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l'immagine e la similitudine.
  80. Una donna può stringere legami di amicizia con un uomo, ma per mantenerla è necessario il concorso d'una leggera avversione fisica.
  81. L'architettura è una specie di oratoria della potenza per mezzo della forma.
  82. Quando guardi a lungo nell'abisso l'abisso ti guarda dentro.
  83. L'individuo ha sempre dovuto lottare per non essere sopraffatto dalla tribù.
  84. L'irrazionalità di una cosa non è un argomento contro la sua esistenza anzi ne è una condizione.

ESEMPIO PRATICO

giovedì 28 agosto 2008

"LA BANCA DI DIO"

TUTTI I SEGRETI DELLO SCRIGNO VATICANO: LO IOR LA BANCA

Scandali, affari e misteri tutti i segreti dello Ior LA CHIESA cattolica è l'unica religione a disporre di una dottrina sociale, fondata sulla lotta alla povertà e la demonizzazione del danaro, "sterco del diavolo". Vangelo secondo Matteo: "E' più facile che un cammello passi nella cruna dell'ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". Ma è anche l'unica religione ad avere una propria banca per maneggiare affari e investimenti, l'Istituto Opere Religiose. La sede dello Ior è uno scrigno di pietra all'interno delle mura vaticane. Una suggestiva torre del Quattrocento, fatta costruire da Niccolò V, con mura spesse nove metri alla base. Si entra attraverso una porta discreta, senza una scritta, una sigla o un simbolo. Soltanto il presidio delle guardie svizzere notte e giorno ne segnala l'importanza. All'interno si trovano una grande sala di computer, un solo sportello e un unico bancomat. Attraverso questa cruna dell'ago passano immense e spesso oscure fortune. Le stime più prudenti calcolano 5 miliardi di euro di depositi. La banca vaticana offre ai correntisti, fra i quali come ha ammesso una volta il presidente Angelo Caloia "qualcuno ha avuto problemi con la giustizia", rendimenti superiori ai migliori hedge fund e un vantaggio inestimabile: la totale segretezza. Più impermeabile ai controlli delle isole Cayman, più riservato delle banche svizzere, l'istituto vaticano è un vero paradiso (fiscale) in terra. Un libretto d'assegni con la sigla Ior non esiste. Tutti i depositi e i passaggi di danaro avvengono con bonifici, in contanti o in lingotti d'oro. Nessuna traccia. Da vent'anni, quando si chiuse il processo per lo scandalo del Banco Ambrosiano, lo Ior è un buco nero in cui nessuno osa guardare. Per uscire dal crac che aveva rovinato decine di migliaia di famiglie, la banca vaticana versò 406 milioni di dollari ai liquidatori. Meno di un quarto rispetto ai 1.159 milioni di dollari dovuti secondo l'allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. Lo scandalo fu accompagnato da infinite leggende e da una scia di cadaveri eccellenti. Michele Sindona avvelenato nel carcere di Voghera, Roberto Calvi impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, il giudice istruttore Emilio Alessandrini ucciso dai colpi di Prima Linea, l'avvocato Giorgio Ambrosoli freddato da un killer della mafia venuto dall'America al portone di casa. Senza contare il mistero più inquietante, la morte di papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della decisione di rimuovere Paul Marcinkus e i vertici dello Ior. Sull'improvvisa fine di Giovanni Paolo I si sono alimentate macabre dicerie, aiutate dalla reticenza vaticana. Non vi sarà autopsia per accertare il presunto e fulminante infarto e non sarà mai trovato il taccuino con gli appunti sullo Ior che secondo molti testimoni il papa portò a letto l'ultima notte. Era lo Ior di Paul Marcinkus, il figlio di un lavavetri lituano, nato a Cicero (Chicago) a due strade dal quartier generale di Al Capone, protagonista di una delle più clamorose quanto inspiegabili carriere nella storia recente della chiesa. Alto e atletico, buon giocatore di baseball e golf, era stato l'uomo che aveva salvato Paolo VI dall'attentato nelle Filippine. Ma forse non basta a spiegare la simpatia di un intellettuale come Montini, autore della più avanzata enciclica della storia, la Populorum Progressio, per questo prete americano perennemente atteggiato da avventuriero di Wall Street, con le mazze da golf nella fuoriserie, l'Avana incollato alle labbra, le stupende segreterie bionde e gli amici di poker della P2. Con il successore di papa Luciani, Marcinkus trova subito un'intesa. A Karol Wojtyla piace molto quel figlio di immigrati dell'Est che parla bene il polacco, odia i comunisti e sembra così sensibile alle lotte di Solidarnosc. Quando i magistrati di Milano spiccano mandato d'arresto nei confronti di Marcinkus, il Vaticano si chiude come una roccaforte per proteggerlo, rifiuta ogni collaborazione con la giustizia italiana, sbandiera i passaporti esteri e l'extraterritorialità. Ci vorranno altri dieci anni a Woytjla per decidersi a rimuovere uno dei principali responsabili del crac Ambrosiano dalla presidenza dello Ior. Ma senza mai spendere una parola di condanna e neppure di velata critica: Marcinkus era e rimane per le gerarchie cattoliche "una vittima", anzi "un'ingenua vittima". Dal 1989, con l'arrivo alla presidenza di Angelo Caloia, un galantuomo della finanza bianca, amico e collaboratore di Gianni Bazoli, molte cose dentro lo Ior cambiano. Altre no. Il ruolo di bonificatore dello Ior affidato al laico Caloia è molto vantato dalle gerarchie vaticane all'esterno quanto ostacolato all'interno, soprattutto nei primi anni. Come confida lo stesso Caloia al suo diarista, il giornalista cattolico Giancarlo Galli, autore di un libro fondamentale ma introvabile, Finanza bianca (Mondadori, 2003). "Il vero dominus dello Ior - scrive Galli - rimaneva monsignor Donato De Bonis, in rapporti con tutta la Roma che contava, politica e mondana. Francesco Cossiga lo chiamava Donatino, Giulio Andreotti lo teneva in massima considerazione. E poi aristocratici, finanzieri, artisti come Sofia Loren. Questo spiegherebbe perché fra i conti si trovassero anche quelli di personaggi che poi dovevano confrontarsi con la giustizia. Bastava un cenno del monsignore per aprire un conto segreto". A volte monsignor De Bonis accompagnava di persona i correntisti con i contanti o l'oro nel caveau, attraverso una scala, in cima alla torre, "più vicino al cielo". I contrasti fra il presidente Caloia e De Bonis, in teoria sottoposto, saranno frequenti e duri. Commenta Giancarlo Galli: "Un'aurea legge manageriale vuole che, in caso di conflitto fra un superiore e un inferiore, sia quest'ultimo a soccombere. Ma essendo lo Ior istituzione particolarissima, quando un laico entra in rotta di collisione con una tonaca non è più questione di gradi". La glasnost finanziaria di Caloia procede in ogni caso a ritmi serrati, ma non impedisce che l'ombra dello Ior venga evocata in quasi tutti gli scandali degli ultimi vent'anni. Da Tangentopoli alle stragi del '93 alla scalata dei "furbetti" e perfino a Calciopoli. Ma come appare, così l'ombra si dilegua. Nessuno sa o vuole guardare oltre le mura impenetrabili della banca vaticana. L'autunno del 1993 è la stagione più crudele di Tangentopoli. Subito dopo i suicidi veri o presunti di Gabriele Cagliari e di Raul Gardini, la mattina del 4 ottobre arriva al presidente dello Ior una telefonata del procuratore capo del pool di Mani Pulite, Francesco Saverio Borrelli: "Caro professore, ci sono dei problemi, riguardanti lo Ior, i contatti con Enimont...". Il fatto è che una parte considerevole della "madre di tutte le tangenti", per la precisione 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro, è transitata dallo Ior. Sul conto di un vecchio cliente, Luigi Bisignani, piduista, giornalista, collaboratore del gruppo Ferruzzi e faccendiere in proprio, in seguito condannato a 3 anni e 4 mesi per lo scandalo Enimont e di recente rispuntato nell'inchiesta "Why Not" di Luigi De Magistris. Dopo la telefonata di Borrelli, il presidente Caloia si precipita a consulto in Vaticano da monsignor Renato Dardozzi, fiduciario del segretario di Stato Agostino Casaroli. "Monsignor Dardozzi - racconterà a Galli lo stesso Caloia - col suo fiorito linguaggio disse che ero nella merda e, per farmelo capire, ordinò una brandina da sistemare in Vaticano. Mi opposi, rispondendogli che avrei continuato ad alloggiare all'Hassler. Tuttavia accettai il suggerimento di consultare d'urgenza dei luminari di diritto. Una risposta a Borrelli bisognava pur darla!". La risposta sarà di poche ma definitive righe: "Ogni eventuale testimonianza è sottoposta a una richiesta di rogatoria internazionale". I magistrati del pool valutano l'ipotesi della rogatoria. Lo Ior non ha sportelli in terra italiana, non emette assegni e, in quanto "ente fondante della Città del Vaticano", è protetto dal Concordato: qualsiasi richiesta deve partire dal ministero degli Esteri. Le probabilità di ottenere la rogatoria in queste condizioni sono lo zero virgola. In compenso l'effetto di una richiesta da parte dei giudici milanesi sarebbe devastante sull'opinione pubblica. Il pool si ritira in buon ordine e si accontenta della spiegazione ufficiale: "Lo Ior non poteva conoscere la destinazione del danaro". Il secondo episodio, ancora più cupo, risale alla metà degli anni Novanta, durante il processo per mafia a Marcello Dell'Utri. In video conferenza dagli Stati Uniti il pentito Francesco Marino Mannoia rivela che "Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano". "Lo Ior garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione". Fin qui Mannoia fornisce informazioni di prima mano. Da capo delle raffinerie di eroina di tutta la Sicilia occidentale, principale fonte di profitto delle cosche. Non può non sapere dove finiscono i capitali mafiosi. Quindi va oltre, con un'ipotesi. "Quando il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano. Da qui nacque la decisione di far esplodere due bombe davanti a due chiese di Roma". Mannoia non è uno qualsiasi. E' secondo Giovanni Falcone "il più attendibile dei collaboratori di giustizia", per alcuni versi più prezioso dello stesso Buscetta. Ogni sua affermazione ha trovato riscontri oggettivi. Soltanto su una non si è proceduto ad accertare i fatti, quella sullo Ior. I magistrati del caso Dell'Utri non indagano sulla pista Ior perché non riguarda Dell'Utri e il gruppo Berlusconi, ma passano le carte ai colleghi del processo Andreotti. Scarpinato e gli altri sono a conoscenza del precedente di Borrelli e non firmano la richiesta di rogatoria. Al palazzo di giustizia di Palermo qualcuno in alto osserva: "Non ci siamo fatti abbastanza nemici per metterci contro anche il Vaticano?". Sulle trame dello Ior cala un altro sipario di dieci anni, fino alla scalata dei "furbetti del quartierino". Il 10 luglio dell'anno scorso il capo dei "furbetti", Giampiero Fiorani, racconta in carcere ai magistrati: "Alla Bsi svizzera ci sono tre conti della Santa Sede che saranno, non esagero, due o tre miliardi di euro". Al pm milanese Francesco Greco, Fiorani fa l'elenco dei versamenti in nero fatti alle casse vaticane: "I primi soldi neri li ho dati al cardinale Castillo Lara (presidente dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio immobiliare della chiesa, ndr), quando ho comprato la Cassa Lombarda. M'ha chiesto trenta miliardi di lire, possibilmente su un conto estero". Altri seguiranno, molti a giudicare dalle lamentele dello stesso Fiorani nell'incontro con il cardinale Giovanni Battista Re, potente prefetto della congregazione dei vescovi e braccio destro di Ruini: "Uno che vi ha sempre dato i soldi, come io ve li ho sempre dati in contanti, e andava tutto bene, ma poi quando è in disgrazia non fate neanche una telefonata a sua moglie per sapere se sta bene o male". Il Vaticano molla presto Fiorani, ma in compenso difende Antonio Fazio fino al giorno prima delle dimissioni, quando ormai lo hanno abbandonato tutti. Avvenire e Osservatore Romano ripetono fino all'ultimo giorno di Fazio in Bankitalia la teoria del "complotto politico" contro il governatore. Del resto, la carriera di questo strano banchiere che alle riunioni dei governatori centrali non ha mai citato una volta Keynes ma almeno un centinaio di volte le encicliche, si spiega in buona parte con l'appoggio vaticano. In prima persona di Camillo Ruini, presidente della Cei, e poi di Giovanni Battista Re, amico intimo di Fazio, tanto da aver celebrato nel 2003 la messa per il venticinquesimo anniversario di matrimonio dell'ex governatore con Maria Cristina Rosati. Naturalmente neppure i racconti di Fiorani aprono lo scrigno dei segreti dello Ior e dell'Apsa, i cui rapporti con le banche svizzere e i paradisi fiscali in giro per il mondo sono quantomeno singolari. E' difficile per esempio spiegare con esigenze pastorali la decisione del Vaticano di scorporare le Isole Cayman dalla naturale diocesi giamaicana di Kingston, per proclamarle "missio sui iuris" alle dirette dipendenze della Santa Sede e affidarle al cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio dello Ior. Il quarto e ultimo episodio di coinvolgimento dello Ior negli scandali italiani è quasi comico rispetto ai precedenti e riguarda Calciopoli. Secondo i magistrati romani Palamara e Palaia, i fondi neri della Gea, la società di mediazione presieduta dal figlio di Moggi, sarebbero custoditi nella banca vaticana. Attraverso i buoni uffici di un altro dei banchieri di fiducia della Santa Sede dalla fedina penale non immacolata, Cesare Geronzi, padre dell'azionista di maggioranza della Gea. Nel caveau dello Ior sarebbe custodito anche il "tesoretto" personale di Luciano Moggi, stimato in 150 milioni di euro. Al solito, rogatorie e verifiche sono impossibili. Ma è certo che Moggi gode di grande considerazione in Vaticano. Difeso dalla stampa cattolica sempre, accolto nei pellegrinaggi a Lourdes dalla corte di Ruini, Moggi è da poco diventato titolare di una rubrica di "etica e sport" su Petrus, il quotidiano on-line vicino a papa Benedetto XVI, da dove l'ex dirigente juventino rinviato a giudizio ha subito cominciato a scagliare le prime pietre contro la corruzione (altrui). Con l'immagine di Luciano Moggi maestro di morale cattolica si chiude l'ultima puntata dell'inchiesta sui soldi della Chiesa. I segreti dello Ior rimarranno custoditi forse per sempre nella torre-scrigno. L'epoca Marcinkus è archiviata ma l'opacità che circonda la banca della Santa Sede è ben lontana dallo sciogliersi in acque trasparenti. Si sa soltanto che le casse e il caveau dello Ior non sono mai state tanto pingui e i depositi continuano ad affluire, incoraggiati da interessi del 12 per cento annuo e perfino superiori. Fornire cifre precise è, come detto, impossibile. Le poche accertate sono queste. Con oltre 407 mila dollari di prodotto interno lordo pro capite, la Città del Vaticano è di gran lunga lo "stato più ricco del mondo", come si leggeva nella bella inchiesta di Marina Marinetti su Panorama Economy. Secondo le stime della Fed del 2002, frutto dell'unica inchiesta di un'autorità internazionale sulla finanza vaticana e riferita soltanto agli interessi su suolo americano, la chiesa cattolica possedeva negli Stati Uniti 298 milioni di dollari in titoli, 195 milioni in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine, più joint venture con partner Usa per 273 milioni. Nessuna autorità italiana ha mai avviato un'inchiesta per stabilire il peso economico del Vaticano nel paese che lo ospita. Un potere enorme, diretto e indiretto. Negli ultimi decenni il mondo cattolico ha espugnato la roccaforte tradizionale delle minoranze laiche e liberali italiane, la finanza. Dal tramonto di Enrico Cuccia, il vecchio azionista gran nemico di Sindona, di Calvi e dello Ior, la "finanza bianca" ha conquistato posizioni su posizioni. La definizione è certo generica e comprende personaggi assai distanti tra loro. Ma tutti in relazione stretta con le gerarchie ecclesiastiche, con le associazioni cattoliche e con la prelatura dell'Opus Dei. In un'Italia dove la politica conta ormai meno della finanza, la chiesa cattolica ha più potere e influenza sulle banche di quanta ne avesse ai tempi della Democrazia Cristiana.